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Di Honoré de Balzac

Dal 01/11/2011 al 20/11/2011

Genere Commedia

Al Teatro Quirino
L'AFFARISTA

«Ah! Conoscete la nostra epoca! Oggi, signora, tutti i sentimenti svaniscono e il denaro li sospinge. Non esistono più interessi perché non esiste più la famiglia, ma solo individui! Vedete! L'avvenire di ciascuno è in una cassa pubblica (…) Vendete gesso per zucchero: se riuscite a far fortuna senza suscitare lamentele, diventate deputato, pari di Francia o ministro!»
Si adatta perfettamente al nostro tempo, questa pungente battuta: tanto che non ci sarebbe nulla di strano a sentirla pronunciare oggi, magari da qualcuno che commenti una delle tante notizie di speculazioni e crisi economiche che punteggiano quotidianamente i giornali …invece – e ciò è davvero sorprendente – risale alla metà dell'Ottocento, scritta da Honoré de Balzac e pronunciata da Mercadet, personaggio attorno al quale è concepito Le faiseur - L'affarista, uno dei migliori testi teatrali di questo grande maestro della letteratura realista.
«La commedia di Balzac – spiega il regista Antonio Calenda – possiede una stringente attualità, un incredibile impatto sul lettore contemporaneo, poiché tratta temi molto sentiti, come la frenesia e l'immoralità delle speculazioni economiche, lo spietato gioco delle Borse, il mondo losco e cinico degli affari. Proprio il modo incisivo, realistico e allo stesso tempo molto ironico in cui l'autore raffigura questo universo ambiguo, e la sua perfetta, significativa attinenza con il nostro presente, mi ha indotto, assieme a Geppy Gleijeses, a incentrare su questo testo un nuovo progetto di produzione, che vede unito l'impegno del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Teatro Stabile di Calabria».
L'allestimento prevede infatti un onere notevole sul piano produttivo, con una compagnia efficace e numerosa a dare vita alle variopinte e sfuggenti figure che attorniano il protagonista Mercadet, a cui Geppy Gleijeses offre tutta la sua versatilità e le sue risorse interpretative. Si tratta infatti di un personaggio monomaniaco, vigoroso, geniale e cialtrone, un carattere eccezionale, degno della grande Commedia umana di Balzac.
Mercadet vive nel perseguire la sua unica fondamentale idea fissa, quella di arricchire, speculare: è mosso da una sorta di libido del denaro, che vive come una nevrosi esistenziale. Gioca in Borsa con denari che – in realtà – non gli appartengono. Egli è infatti sull'orlo della bancarotta, assediato dai creditori: una crisi, che fin dall'inizio imputa al socio Godeau, andato con la cassa a cercar fortuna nelle Indie e di cui nulla si sa più.
Ma nell'attesa di Godeau, Mercadet non resta beckettianamente inerte, tutt'altro: certo che il motore della società moderna sia il denaro e che l'onore sia fondato ormai sulla sola apparenza, usa la moglie quale stendardo della propria fortuna e la costringe a partecipare elegantemente abbigliata a ogni occasione mondana.
Un modo per “truccare” il mercato in proprio favore, per tenere in pugno i creditori, ancor più sensibili di lui al miraggio del facile guadagno. Così ottiene le loro azioni e addirittura i risparmi dei propri servitori per i suoi maneggi finanziari. Cerca anche di maritare la figlia bruttina – interpretata da Marianella Bargilli - a un dandy presuntamente abbiente che si rivela poi uno spiantato… ma i suoi piani s'incrinano. Metterà addirittura in scena il ritorno del suo socio e sarà proprio nel gioco degli arrivi falsi o ipotetici di Godeau che troverà la salvezza a un passo dal baratro, ottenendo che ogni cosa si ricomponga sul piano economico, degli affetti, come pure su quello della morale a cui Mercadet, sospinto dalla moglie e dai burrascosi eventi, alla fine s'inchina (ma possiamo credergli?), ritirandosi in campagna a vivere di un lavoro onesto.
Mercadet

di Honoré de Balzac

regia Antonio Calenda
con Paila Pavese, Osvaldo Ruggieri, Alfonso Veneroso, Francesco Benedetto,
Piergiorgio Fasolo, Ferruccio Ferrante,
Antonio Ferrante, Jacopo Venturiero, Antonio Tallura, Adriano Braidotti
scene Pier Paolo Bisleri
costumi Carla Teti
musiche Germano Mazzocchetti
luci Nino Napoletano

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